Il racconto di un’esperienza lavorativa
di Suzana Zlatkovic
Ciò che è accaduto è stato decisamente diverso dalle nostre esperienze lavorative passate. Il nostro percorso formativo Tre Movimenti, iniziato qualche mese fa con un gruppo di persone, in via del tutto sperimentale, si è concluso questa settimana.
Il percorso ha indubbiamente scombussolato le visioni, i suoni, i testi, le movenze, il racconto e le sensazioni di sempre. Abbiamo vissuto il nostro lavoro come un’esperienza completa con al centro ognuno di noi, seppur nei ruoli diversi.
Gli stimoli e le proposte che ci sono arrivati dai partecipanti ci hanno convinto a portare avanti questa esperienza ancor più convintamente di prima e di continuare a migliorare e a rendere sempre più concreta e tangibile anche la sua parte eterea e quindi apertamente illusoria, ma decisamente reale e innovativa. Arte in tutte le sue forme come strumento di formazione.
Ma ciò che è stato veramente sorprendente è stata la risposta del gruppo. La sua facilità nello sfidare la propria scomodità, prima riconoscendola e poi prendendola per mano così, come se fosse una di noi. I punti di vista infiniti che si sono intrecciati tra loro, oggetti che hanno perso la loro forma abituale e sono diventati opere da ammirare, i riti quotidiani che si sono trasformati nelle performance da applaudire e le parole inconsuete che hanno dato vita alle poesie nelle quali rispecchiarsi. Da lì in poi è stato possibile: respirare i colori, toccare l’aria, udire la pelle dell’altro vedere i suoni e stare al chiuso in assenza delle pareti.
Il nostro compito infatti era quello di creare quella “scomodità che mi aspetto”, permettendo al gruppo di accoglierla e interpretarla come meglio credeva, accordando così tutto quello che aveva voglia di succedere e lasciandolo poi accadere esattamente come è accaduto.
Il Protocollo innovativo della nostra impresa si esplicita in quattro incontri diversi tra loro, sia per il tema che tratta che per le varie forme d’arte che va ad utilizzare con lo scopo di incuriosire, smuovere e stimolare nuove e creative soluzioni per le problematiche che incontriamo quasi quotidianamente nei nostri luoghi di lavoro.
Ogni incontro ha tre momenti diversi che comprendono sia la parte teorica che va ad approfondire il tema proposto attraverso il dibattito e le curiosità suscitate e proposte da tutti, sia la parte dell’esercizio pratico che vede i partecipanti direttamente immersi nel percorso.
Nel nostro articolo “Il quadro non è più lo stesso” abbiamo raccontato come tutto questo ha avuto inizio, come tutto è stato strutturato e quanto è importante lavorare affinché la struttura stessa non diventi impedimento della sua crescita ma che impari a nutrirsi delle proprie esperienze lasciando che l’equilibrio trovi da sé il punto dove poggiarsi di volta in volta.
foto Suzana Zlatkovic
Ciao Giusy, ciao Suzana,
All’inizio di questo percorso non sapevo cosa aspettarmi. Ero e sono in un momento difficile ed ogni esperienza che puoi aiutarmi a capire e superare questa fase è, per me, sempre ben accetta. Quindi mi sono immersa in questa esperienza.
Ho imparato a vedere e scovare le sfaccettature diverse di ogni situazione, cosa non semplice, perché siamo chiusi nella routine che spesso diventa più semplice da affrontare piuttosto che fermarsi, riflettere e cambiare.
Oggi so che volendo posso trovare nuove strade. Ho conosciuto persone con esperienze di vita e lavoro diverse. E con loro e con voi abbiamo cercato di fare uscire quella parte di noi più nascosta. C’è e so che posso utilizzarla.
Mi piacerebbe rimettermi in gioco , sperimentare nuovi incontri. Sono convinta della positività di questo approccio.
Quindi, se e quando volete, io ci sono.
Grazie di questa esperienza.
Alessandra
Grazie a te Alessandra e senza dubbio ci rivedremo prestissimo